mercoledì 16 marzo 2011

Apple agli educatori, un insegnante bravo deve usare la tecnologia

Steve Wozniak, di Apple, ha parlato ad un convegno presso l' Abilene Christian University, discutendo le sue opinioni riguardo all'uso della tecnologia nell'insegnamento, anche per ottenere di più dai giovani e concentrarsi maggiormente su di loro, prima di ritenere che siano “dei fallimenti”.

Wokniak ha parlato anche del fascino dell'istruzione sulla sua vita e di come si sia subito appassionato di computer e di circuiti logici, partecipando all'Homebrew Computer Club a Stanford, nel 1970.

 Il gruppo riteneva che la tecnologia potrebbe contribuire a portare a cambiamenti sociali, migliorando l'apprendimento attraverso l'interazione e favorendo la comunicazione globale.
Questo, però è stato quarant'anni fa e in tutto il mondo si pensava che ci fosse bisogno di incrementare la creatività ma non è stato cambiato niente nel processo educativo, in tal senso. Woz allora progettò e costruì quello che sarebbe stato il computer Apple I e lo condivise con il gruppo Homebrew. Poi Steve Jobs convinse Wozniak a trasformarlo in un prodotto e questo portò alla fondazione dell' Apple nel 1976.

 Il senso di fallimento, soprattutto nei bambini in età elementare può compromettere lo sviluppo di loro successive abilità. I bambini in prima, seconda e terza elementare, secondo Wokniak, hanno bisogno di più attenzione, di quanta gliene si dedica adesso. Soprattutto gli sforzi dovrebbero convergere sull'insegnare ai bambini il modo di imparare.
Sarebbe importante, infatti, puntare su un insegnamento personalizzato, in quanto ogni studente è diverso e bisogna lasciargli scegliere gli indirizzi che preferisce con il ritmo che è a lui più congeniale. 

In tal senso, secondo Wokniak, è estremamente importante anche il numero degli studenti per classe, altrimenti, alcuni si nasconderebbero e non potrebbero essere aiutati a meglio esprimere le loro potenzialità. La tecnologia può rafforzare il processo di apprendimento ed anche se non potrà mai sostituire l'elemento umano, può essere di valido supporto. Ora poi, avere dispositivi, tipo l'iphone o l'ipad ed il mobile computing ha cambiato completamente la realtà. Fra venti anni ci saranno i libri come oggi ? Oppure gli studenti potranno buttare i loro zaini ed utilizzare solo dispositivi come l'ipad ? Per realizzare qualcosa del genere, però, ci vuole soprattutto un abbassamento dei costi. Gli editori debbono poter realizzare i loro profitti ma i costi debbono essere più bassi.

In ogni caso non siamo noi che dobbiamo adattarci alle macchine, secondo Wokniak ma esse che debbono rendere la vita più facile agli uomini. Quindi insegnanti e studenti sempre secondo l'uomo dell'Apple, dovrebbero abbracciare, senza paura, la tecnologia che si evolve perchè ciò potrebbe cambiare, in meglio, la vita di tutti.

Penso che quanto detto da Wokniak sia estremamente giusto e puntare sulla tecnologia cambierà sicuramente l'insegnamento ma dobbiamo sempre renderci conto, che mentre l'imput dato dall'insegnante è uguale per tutti, molto poi si basa sulla volontà dello studente di ampliare ed approfondire quell'imput creando tutta una gamma di uscite possibili. Ossia non c'è peggior sordo di quello che non vuol sentire, sia se a parlare è una voce umana od un computer o un dispositivo mobile. Fermo restando che al primo posto ci dovrebbe essere l'insegnamento di quei canoni di rispetto umano che si stanno perdendo e che una macchina non potrà mai insegnare. 

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