Secondo Apple, ogni nuovo abbonato ad un servizio fa guadagnare alla società il 30%. I vari sviluppatori potranno decidere la durata ed il costo dell'abbonamento. E' stato chiaramente detto nel comunicato che "quando Apple porta un nuovo abbonato all' app, Apple guadagna il 30 per cento. Quando l'editore ottiene un nuovo utente o uno già esistente per l'applicazione, l'editore mantiene al 100 per cento i suoi guadagni e Apple non guadagna nulla.”Del resto per gli editori questo può essere un notevole trampolino di lancio infatti,il rivoluzionario App Store offre oltre 350.000 applicazioni per i consumatori in 90 paesi, con oltre 60.000 applicazioni native iper l' iPad.
Alcuni giornali e riviste del settore sono però insoddisfatti della quota che richiede Apple, ossia del 30% su ogni nuovo abbonato ed anche del controllo che Apple manterrebbe sull'abbonamento e sui dati utente. Questa offerta, però sembra più amichevole nei confronti degli editori. Apple ha detto che il rapporto tra l'editore e l' App Store non è esclusivo.
Gli editori possono vendere abbonamenti sul proprio sito o offrire l'accesso gratuito ai clienti esistenti.Ai clienti che acquistano un abbonamento tramite l'App Store sarà data la facoltà di fornire all'editore il loro nome, indirizzo email e il codice di avviamento postale al momento dell'abbonamento. L'uso di tali informazioni sarà regolata dalle norme sulla privacy dell'editore piuttosto che quelle di Apple. Gli editori possono richiedere ulteriori informazioni ai clienti dell' App Store a condizione che tali clienti sia offerta una scelta chiara, e siano informati del fatto che, eventuali informazioni aggiuntive, verranno trattate nell'ambito della politica di privacy della casa editrice piuttosto che di quella di Apple.
Gli abbonamenti possono essere settimanali, mensili, bimestrali, trimestrali, semestrali o annuali.Gli editori debbono fornire un loro proprio processo di autenticazione all'interno dell'app, per gli utenti che hanno sottoscritto il contratto al di fuori dell'Apple Store.
Alcuni giornali e riviste del settore sono però insoddisfatti della quota che richiede Apple, ossia del 30% su ogni nuovo abbonato ed anche del controllo che Apple manterrebbe sull'abbonamento e sui dati utente. Questa offerta, però sembra più amichevole nei confronti degli editori. Apple ha detto che il rapporto tra l'editore e l' App Store non è esclusivo.
Gli editori possono vendere abbonamenti sul proprio sito o offrire l'accesso gratuito ai clienti esistenti.Ai clienti che acquistano un abbonamento tramite l'App Store sarà data la facoltà di fornire all'editore il loro nome, indirizzo email e il codice di avviamento postale al momento dell'abbonamento. L'uso di tali informazioni sarà regolata dalle norme sulla privacy dell'editore piuttosto che quelle di Apple. Gli editori possono richiedere ulteriori informazioni ai clienti dell' App Store a condizione che tali clienti sia offerta una scelta chiara, e siano informati del fatto che, eventuali informazioni aggiuntive, verranno trattate nell'ambito della politica di privacy della casa editrice piuttosto che di quella di Apple.
Gli abbonamenti possono essere settimanali, mensili, bimestrali, trimestrali, semestrali o annuali.Gli editori debbono fornire un loro proprio processo di autenticazione all'interno dell'app, per gli utenti che hanno sottoscritto il contratto al di fuori dell'Apple Store.
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