Nell'evento Android, già più volte preannunciato in rete, Android ha mostrato il suo nuovo sistema operativo 3.0 honeycomb che come abbiamo già spiegato, introduce una nuova interfaccia utente per i tablet e un maggiore supporto per i processori multicore e nuove API per gli sviluppatori, che potranno facilmente essere utilizzate nel rendering l'accelerazione hardware o transizioni animate. In tal senso la schermata degli home widget è stata notevolmente migliorata. Google ha anche mostrato come la sua tecnologia Renderscript permetta di creare interfacce in 3D estremamente fluide e sofisticate. Ad esempio ha mostrato un intera schermata di video di Youtube in 3D.
Durante l'evento,Chris Yerga,di Google ha anche mostrato il nuovo mercato Android basato sul web che permetterà agli utenti di esaminare il market Android sul proprio PC, tramite un browser web convenzionale. Infatti recentemente era apparsa in rete la notizia che Google era deluso delle scarse vendite di software commerciale attraverso il market Android e il fatto di poter accedere alle applicazioni anche dal web, potrebbe sicuramente incrementare il mercato. I vantaggi dell' Android Market Web Store sono semplici: gli utenti possono navigare selezionare le app Android da qualsiasi dispositivo collegato, piuttosto che farlo con la scomoda interfaccia presente sui loro cellulari.
L' app acquistata è collegato con un account Google, piuttosto che ad un singolo dispositivo, in modo che possa essere automaticamente utilizzata in tutti i dispositivi Android registrati a tale account, al momento dell'acquisto.
Eric Chu, direttore nelle piattaforme mobili di Google, ha detto che il Web Store non sostituirà per adesso,il mercato nativo di Android su telefoni e tablet, in ogni caso Google vuole vincere la guerra per gli smartphone e sta pensando in grande. Infatti la sua idea è quella di un prossimo futuro in cui le applicazioni saranno legate al web ed ai browser e non più ai sistemi operativi dei singoli dispositivi e Google è riuscito inoltre a trovare qualcosa che può colpire Apple in un punto dove è scoperta, ossia proprio nei servizi web.
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